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Il ruolo dei genitori nello sport

I genitori hanno sempre avuto un ruolo importante per la crescita sportiva dei propri figli, anche perché i figli devono essere supportati dai genitori, sia per gli stimoli continui che forniscono, sia per il grande aiuto che possono dare in fatto di educazione, lealtà, fiducia dei propri mezzi, orgoglio e autodeterminazione.

Lo sport è indubbio una scuola di vita, e l’agonismo è un’esperienza positiva che favorisce lo sviluppo personale. L’etica sportiva, il rispetto degli altri e la responsabilità sono valori che seguiranno il ragazzo per tutta la vita.

Il ruolo dei genitori nello sport praticato dai propri figli è importante affinché l’esperienza sportiva possa essere positiva e formativa.

In particolare, è importante che il genitore nello sport dei propri figli svolga un ruolo di sostegno e di guida, senza però sovrapporsi o sostituirsi alla figura dell’allenatore.

Da un lato deve fornire incoraggiamento e supporto, elementi necessari per far sì che il piccolo atleta si senta sicuro di poter provare e, perché no, anche fallire; e dall’altro rappresenta il primo e principale esempio di modalità per affrontare le situazioni.

Se questi elementi dovessero venire a mancare l’esperienza sportiva potrebbe essere vissuta negativamente, generando frustrazione, ansia o conflitti tali da portarlo all’abbandono sportivo.

È fondamentale, quindi, che gli adulti coinvolti si interroghino su quali siano quei comportamenti che tendono con più frequenza a mettere in atto quando si relazionano con i propri figli e che conseguenze possono avere su di essi.

Punti chiave

Di seguito 6 punti chiave che ogni genitore dovrebbe sempre tenere a mente:

Desiderare un figlio campione

Desiderare di avere un figlio che diventi un campione significa rischiare di proiettare su di esso aspettative e desideri propri del genitore, che possono risultare esagerati per il livello di sviluppo del piccolo atleta. In questo modo si rischia di caricare il bambino di pressioni difficili da gestire e di sottrargli il divertimento, creando così le basi per un’esperienza altamente frustrante.

Essere iperprotettivi

Il ruolo dei genitori nello sport è quello di accompagnare il figlio nelle sfide che lo sport gli pone (dal portare a termine l’attività proposta dall’istruttore, al mantenere un impegno costante per la durata dell’allenamento, al portare avanti l’impegno preso per la durata di una intera stagione agonistica, all’affrontare le situazioni conflittuali e prestazionali che lo sport prevede).

É quindi fondamentale non essere eccessivamente protettivi nei confronti del proprio figlio, ma lasciare che combatta le battaglie che lo sport gradualmente gli insegna ad affrontare. Altrimenti si rischia di trasmettergli il messaggio che è troppo debole per riuscire da solo oppure che tutto è semplice da raggiungere. É fondamentale invece trasmettere i valori di impegno, costanza e perseveranza fondamentali per riuscire a raggiungere i propri obiettivi.

Impariamo a non giustificare eccessivamente i suoi comportamenti ma lasciamogli la possibilità di assumersi le sue responsabilità.

Aspettarsi la perfezione

Il genitore che nello sport si aspetta la perfezione dal proprio figlio, anche se lo fa con l’intenzione di spronarlo e motivarlo, nella maggior parte dei casi finisce per metterlo in una situazione in percepisce che le richieste che gli vengono fatte sono più elevate di ciò che può dare in quel momento. Questo fa sì che il piccolo provi frustrazione, che senta addosso pressioni che arrivano a far vivere lo sport più come un lavoro che come un divertimento, con l’aggiunta del timore di non essere apprezzato dal proprio genitore.
Ciò che si ottiene è un atteggiamento timoroso del bambino, che non si sente sicuro nel poter sperimentare, provare cose nuove e sbagliare (tutte tappe fondamentali per poter apprendere e crescere tecnicamente e tatticamente), in quanto si sente insicuro, inadeguato e teme di fallire e di essere così giudicato negativamente.

Tifare correttamente

Questo punto è in parte correlato al precedente.

Il vostro ruolo è quello di insegnare ai figli il valore dello sport, il rispetto delle regole, la fatica del successo, la possibilità della sconfitta e il rispetto, troppo spesso quest’ultimo manca, proprio da parte dei genitori che si trasformano negli ultras dei propri figli.

Sono quindi da evitare situazioni del tipo: tifo per il figlio e non per la squadra, gli errori sono degli altri e non del figlio, se l’arbitro fischia contro il figlio è un incompetente, se l’istruttore non lo fa giocare non capisce niente.

Siate per loro un esempio da seguire, è la cosa migliore che potete fare, anche si fronte a un arbitraggio che ritenete scorretto.

Sostituirsi all’allenatore

Il “genitore-allenatore” manca di obiettività e desidera che il figlio vinca e si distingua dai compagni. Questo lo spinge non solo a fornire consigli e cercare di stimolare il figlio a far meglio, ma spesso a incitare o dare indicazioni eccessive dagli spalti, a suggerire comportamenti anche scorretti, ad allenarlo lui stesso a casa.

Il rischio che si corre in questo caso è che il “genitore-allenatore” non tenga conto delle tappe di sviluppo del bambino, a discapito del corretto sviluppo motorio e, allo stesso tempo, non rispettano il lavoro e l’autorevolezza dell’allenatore, rischiando di farne perdere considerazione anche al ragazzino.

Date alle vittorie e alle sconfitte la giusta dimensione

Sostenete i vostri figli a dare sempre il massimo, a rispettare le regole, l’autorità e gli avversari e ricordate che le vittorie sono sempre una conseguenza di una buona prestazione, non un fine verso cui spingere un ragazzino a tutti i costi.

Soprattutto insegnate ai vostri figli che i fallimenti e le frustrazione nella vita servono. Senza sbaglio non c’è miglioramento.

Conclusioni

Il ruolo dei genitori nello sport dei propri figli dovrebbe principalmente caratterizzarsi per presenza, partecipazione e interesse non eccessivi ed invasivi.

Il genitore è utile al proprio figlio se:

  •  si mostra orgoglioso per ciò che il figlio riesce a fare, lo apprezza e ne valuta l’impegno, fornendogli così quel senso di sicurezza necessario per sperimentare e crescere.
  • lascia provare il proprio figlio, è lì presente ma fornisce aiuto se richiesto, lo lascia assumersi le responsabilità e pagare le conseguenze dei comportamenti scorretti che può aver assunto.
  • fornisce valutazioni realistiche al figlio: le valutazioni in eccesso prima o poi si scontrano con la realtà e quelle in difetto scoraggiano e allontanano. Le valutazioni realistiche mostrano stima.
  • aiuta il figlio a modulare le emozioni, a stemperare le delusioni e che non permette che il rapporto, gli atteggiamenti e la considerazione che ha del figlio cambino in base alla vittoria o alla sconfitta.
  • promuove un corretto agonismo, insegnando al figlio la cooperazione, il rispetto degli altri, l’accettazione degli insuccessi come parte del gioco e base da cui ripartire per migliorare.
  • collabora e si fida del lavoro dell’allenatore, non mettendolo in discussione nelle modalità e nelle scelte.

Il compito dei genitori è di insegnare ai propri figli che lo sport è un grande veicolo di valori fondamentali, che la vittoria è frutto di un duro lavoro e di un impegno costante e che non conta solo il risultato.

Lo sport è un ottima palestra per aiutare i vostri figli a diventare adulti responsabili, rispettosi delle regole, capaci di rialzarsi dopo le inevitabili sconfitte della vita, determinati a raggiungere i propri obiettivi e molto altro … fatene buon uso!

Se desideri essere un ottimo genitore presente nel percorso sportivo di tuo figlio, dai un’occhiata ai miei servizi per sapere come iniziare a farlo.

Giovanna Visigalli

Esperta di Coaching, Mindfulness, Emozioni e Crescita Personale.  Autrice di e-book, creatrice di training e corsi di formazione online e dal vivo.  Founder di Coaching Experience.